La pelle, la psicosomatica e i bambini.
- Michela Olivieri
- 18 ago 2016
- Tempo di lettura: 4 min
La pelle: cosa dice la psicosomatica

La pelle parla, rivela ciò che sta accadendo dentro di noi, compresi i nostri conflitti e, attraverso il contatto tattile con la madre, regola lo sviluppo delle future relazioni affettive, con implicazioni per la salute psicofisica.
La cute ricopre un ruolo decisivo nel mantenimento dell'equilibrio dell'organismo, è molto di più che un involucro inerte: ha complesse funzioni sul piano comportamentale, legate al suo ruolo di superficie esterna dell'individuo, veicolo di scambi, informazioni tattili e sensoriali con l'ambiente a partire dagli stimoli più semplici e primordiali fino alle sensazioni più complesse e sfumate legate alle varie espressioni del comportamento umano.
Non a caso il tatto è il più antico dei sensi. Le sue funzioni sensoriali sono le prime a svilupparsi nella vita prenatale. Non solo, ma esiste anche una stretta connessione tra cute e il sistema nervoso.
Per la psicosomatica è quindi importante valutare l'esperienza cutanea fin dai primissimi stadi della vita. In particolare, è noto che l'esperienza del contatto corporeo origina nei primi approcci con il corpo della madre e va ricordato come le prime esperienze infantili costituiscano la chiave per comprendere anche le predisposizioni ai vari tipi di debolezza d'organo.
Da casuali osservazioni sugli animali si comprese l'importanza del "confort tattile precoce" nella risposta a stimoli fortemente disadattativi: la manipolazione cutanea dalla nascita mette gli animali nelle condizioni di fronteggiare in modo più vantaggioso gli esperimenti più devastanti.
La manipolazione ha la funzione di migliorare il rapporto dell'animale in cattività con l'ambiente e comincia dalle primissime fasi della vita in un contesto di protezione e non di aggressione. Questa strategia migliora l'adattamento e la tranquillità e rende questi animali più resistenti agli stress acuti rispetto ai normali animali in cattività che vengono stressati da una manipolazione improvvisa e indifferenziata. E' stato anche osservato come diversi tipi di mammiferi alimentati normalmente, ma privati del leccamento materno di pulizia postnatale nella zona genitourinaria e perineale, muoiano per assenza di urinazione e defecazione.
L'importanza del contatto tattile cutaneo nella formazione dell'attaccamento è ben sottolineato anche da un esperimento di Harlow, ormai classico: in due diversi scomparti della gabbia abitata da un piccolo macaco sono state sistemate una madre di stoffa e una di metallo. Quella di metallo forniva latte quella di stoffa no, in entrambi i casi, comunque, il piccolo veniva nutrito. Si è visto che i piccoli trascorrevano più tempo a contatto con la madre di stoffa, anche se non dava il latte ma era più confortevole dal punto di vista tattile. Appare quindi chiaro come il confort del contatto costituisca un elemento enormemente importante nello sviluppo delle relazioni affettive, ancor più dell'allattamento.
La cute, inoltre, è anche un organo di comunicazione.
I "cambiamenti di pelle" riguardano atavicamente l'uomo che continua ad arrossarsi nell'ira, a impallidire per la paura, a inturgidire le labbra e i corpi cavernosi nasali per l'eccitazione, a subire l'orripilazione (si sente dire :"mi si rizzano i capelli in testa") come tutti gli altri primati, fino a irrigidirsi improvvisamente per un terribile spavento.
L'uomo è però una "scimmia nuda": abbiamo perso la pelliccia; al riguardo alcuni antropologi sostengono che i soggetti meno pelosi sarebbero stati avvantaggiati nel corso dell'evoluzione perché in grado di trasmettere e percepire maggiori stimolazioni sensoriali durante l'accoppiamento. La nudità della pelle, poi, rende possibili anche alcuni segnali basati sul cambiamento del colore. La comunicazione con l'ambiente si dispiega quindi ampiamente sul nostro corpo dove osserviamo i segni fisiologici e patologici dei conflitti interni e dell'ansia.
A volte vengono compiuti interventi volti a modificarne l'aspetto in un contesto rituale. Le osservazioni antropologiche ricordano che in molte popolazioni primitive i riti di passaggio sono segnati proprio da interventi sulla cute. Pensiamo ai lavacri dei neonati, alle unzioni pre e post-mortem, ma anche alla circoncisione ebraica, alla scarnificazione cutanea dei lobi in Costa d'Avorio, alle stigmate della cultura cristiana, alle pitture corporali degli hippies, ai tatuaggi.
Dalla cute, infine, può trasparire un messaggio che non si vorrebbe esprimere con il comportamento e/o con le parole. L'emozione è legata ai mutamenti della pelle: pallore (vasocostrizione) e rossore (vasodilatazione) accompagnano le variazioni emotive e le risposte allo stress ambientale. E' a tutti noto che il pallore esprime paura ma anche ira trattenuta, mentre il rossore rimanda all'aggressività o anche all'imbarazzo.
Tutte queste funzioni della pelle, delineate in psicosomatica, ci fanno capire quanto quest'organo sia molto di più di un semplice "involucro". La pelle può fornirci molte informazioni, non solo sulla salute fisica generale ma anche sui paesaggi della nostra psiche profonda.
Massaggio del neonato.
Il neonato ama farsi massaggiare fin dai primi giorni di vita. Praticato giornalmente il massaggio può essere un’attività piacevole e benefica, la maggior parte dei mammiferi passa molto tempo ad accarezzare i cuccioli, infatti il contatto e la stimolazione della pelle sono necessari per la loro salute.
Attraverso il tatto i bambini fanno esperienza del piacere, il tatto favorisce la comunicazione verbale tra genitore e figlio quando il bambino non dialoga ancora ma parla con la pelle.
E’ uno strumento insostituibile per dare al bambino un senso di benessere e rilassamento ed inoltre è un’attenzione concreta che appaga la sua fame di affetto; ma è anche utile per aiutare il neonato ad adattarsi alla vita extrauterina.
Non tutti i bambini accettano volentieri di essere massaggiati, alcuni hanno bisogno di tempo per abituarsi. Saranno loro stessi a manifestarvi se a loro fa piacere o se si sentono infastiditi.
Dobbiamo tenere presente che il bambino è un essere come noi, con una propria sensibilità e personalità, ed a volte il massaggio potrebbe essere un atto invadente nei suoi confronti.
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