MASSAGGIO: UN' ARTE CHE SI PRATICA DA MILLENNI.
- Michela Olivieri
- 28 set 2016
- Tempo di lettura: 6 min

MASSAGGIO: UN' ARTE CHE SI PRATICA DA MILLENNI.
“Un corpo rilassato, meglio si presta ad una rapida guarigione”.
Il massaggio come trattamento e terapia universale.
La storia del massaggio si perde nella notte dei tempi e il suo utilizzo per lenire il dolore, la sofferenza o per eliminare la fatica e rilassare è probabilmente precedente a qualsiasi altra tecnica di cura, la prima forma di terapia mai utilizzata dall’uomo.
L’istinto ha portato naturalmente qualsiasi uomo primitivo a utilizzare il massaggio come metodo terapeutico proprio per la sua azione analgesica e lenitiva del dolore: si trovano prove del suo utilizzo in praticamente tutti gli angoli del mondo, ma è probabilmente in Cina che si trovano i più antichi documenti e trattati sulle tecniche manipolative.
L’Ayurveda, scienza indiana, utilizza tra i suoi mezzi, tra cui l’alimentazione e lo yoga, il massaggio per mantenere e ritrovare il proprio benessere ed equilibrio psico-fisico, come anche la medicina tradizionale cinese vede il massaggio tra i suoi migliori mezzi per combattere dolori e malattie e per fare prevenzione, tra cui troviamo anche la riflessologia plantare.
Anche la Thailandia integra nelle proprie pratiche mediche le tecniche manuali, mentre in Nepal da millenni vengono massaggiati i neonati, come primo contatto d’amore, per aiutarli nello sviluppo psicomotorio, oltre a favorirne il riposo; inoltre anche il massaggio delle donne in gravidanza aiutava nella tonicità e nel posizionamento ottimale degli organi interni e dell’utero.
Il percorso e l’evoluzione del massaggio è durata migliaia di anni fino a quanto i progressi della medicina moderna e della tecnologia non sono riuscite ad accantonare quelle che fino al XX secolo era la prima forma di cura.
Fino a qualche anno fa i popoli considerati civilizzati si sono trattati praticamente solo con l’uso di farmaci, ma negli ultimi tempi è stato riscoperto il valore terapeutico del contatto umano e dei suoi benefici, che sta vivendo in questo modo un momento di ascesa molto intenso.
Il motivo di questa rinascita è da ricondursi alle condizioni estreme di stress che viviamo ogni giorno e alle situazioni, gli impegni e le responsabilità che ci impone la nostra società attuale.
Dopo anni anche le ricerche scientifiche hanno dimostrato come il massaggio sia una terapia efficace in molto discipline, sia nella riabilitazione, sia nella prevenzione che in ambito sportivo ed estetico.
Probabilmente, rappresenta la più antica forma di trattamento medico.
In generale, si tende a considerare come inizio della sua evoluzione il tempo degli antichi greci e romani, ma le prime descrizioni riguardanti trattamenti che possano ricondursi a quello che noi intendiamo oggi come massaggio sono da farsi risalire anche a 7000 anni fa, più precisamente al popolo cinese e a quello indù. Si parla di massaggio infatti già nel testo cinese Cong-Fou, e nel 4° libro dei testi sacri indiani dell’Ayur-Veda.
Inoltre, si trovano riferimenti in manoscritti cinesi che risalgono al 2700 a.C., ma anche nei testi di medicina indiana, quasi 2000 anni più tardi, questa tecnica viene consigliata per ritardare l'insorgere della fatica e, ancora oggi, in India, praticamente chiunque è in grado di eseguirla. Il massaggio, infatti, ha esercitato una notevole influenza sulla medicina tradizionale di tutto l'Estremo Oriente.
Nei testi di medicina indiana, la tecnica chiamata “Massaggio Antico”, viene consigliata per ritardare l'insorgere della fatica. Sembra che il fondatore di quest’arte sia stato un medico dell’India settentrionale che dovrebbe aver raggiunto la zona in cui attualmente è la Tailandia, intorno al 3° o 2° secolo a.C.
La tradizione si è mantenuta oralmente, ed è ormai difficile stabilire se e quanto alcuni concetti della medicina cinese e altri aspetti della medicina tradizionale, abbiano potuto influenzare la teoria e la pratica del massaggio tailandese. Infatti il lavoro è basato sulla pressione sui punti d’energia ma anche su esercizi di stiramento ed allungamento dei muscoli che richiamano chiaramente esercizi di Hata Yoga.
Molte altre antiche culture come i Maya, Hawaiana, Inca, Avajo e Cherokee, utilizzavano il massaggio come tecnica di guarigione dalle malattie e come mezzo di prevenzione.
La pratica del massaggio viene ritrovata anche tra le popolazioni più antiche come quelle Incas. Infatti il massaggio andino, è un’antichissima pratica terapeutica di rilassamento profondo, usata dalle popolazioni Incas, per ristabilire il benessere psico-fisico.
Secondo la filosofia inca, malattia e malesseri derivano da un rapporto disarmonico tra l’uomo e la natura e da uno stato di squilibrio tra due energie opposte, l’energia lunare Ki propria dell’uomo e quella solare Ti tipica della donna. Dalla perfetta armonia tra queste due energie, deriva la nostra serenità.
Gli Egiziani, che amavano farsi massaggiare immersi in vasche di acqua profumata (in un sepolcro della necropoli di Sakkara, in Egitto, è stata ritrovata una pittura murale che rappresenta un massaggio palmare e plantare), e gli stessi Greci, risentirono di questi positivi influssi.
Per quanto riguarda gli Egiziani, il massaggio veniva considerato un'arte sacra al pari dei vari rituali religiosi e divinatori.
In Egitto, il massaggio egiziano era considerato una pratica sacra, un rituale sacro. E’ un trattamento che ha origini antichissime, iniziato da Nefertari. Lo scopo era quello di donare pace e armonia persistente al corpo e alla psiche. Era, infatti, un rituale accompagnato dall'uso di balsami ed erbe, i quali erano utilizzati di volta in volta in maniera differente. Le essenze più usate erano gelsomino, sandalo e rosa.
Il principio sul quale si basa il massaggio egiziano è quello dell'unità del corpo e della mente: in particolare secondo gli Antichi Egizi esistono tre "chiavi della vita": quella della testa che corrisponde all'intelligenza mentale; quella del cuore, che è l'intelligenza emotiva e quella dell'addome che è la materia. È su queste chiavi che il massaggio lavora, per restituire armonia e unità alla persona.
Nell’antica Grecia, Omero (poeta greco dell'VIII sec. a.C.) nell'Odissea, parla del massaggio come di un trattamento per il recupero della salute dei guerrieri. Ippocrate, famoso medico ellenico vissuto nel primo secolo a.c., padre della medicina, lo consigliava come terapia fisica. Egli fu il primo ad approfondire la possibilità del massaggio, impiegandolo nella cura di molti disturbi. A partire da lui il massaggio andò diffondendosi come un settore della medicina, e in particolare negli ambienti sportivi. In particolare ricordiamo una sua affermazione: “il medico deve avere molteplici esperienze, ma deve conoscere sicuramente l’arte del massaggio”. Inoltre inquadrò il massaggio, insieme all’alimentazione corretta, l’aria fresca, bagni e idroterapia, musica, amici e riposo, come panacea per tutti i mali.
Sempre in Grecia si fece la prima distinzione tra massaggio sportivo e massaggio terapeutico: il primo era legato principalmente ai giochi, mentre il secondo era legato alla parte curativa, alla medicina e ai rituali di guarigione nei templi.
Il massaggio fu essenziale anche per i Romani, basti pensare alle cure effettuate agli ospiti delle terme, dove quest'arte viene utilizzata anche per il rilassamento e le cure di bellezza. Rappresentò il complemento indispensabile del bagno. Lo stesso Giulio Cesare si faceva fare un massaggio quotidiano con l’olio d’oliva, e Galeno, medico dell'imperatore Marco Aurelio, dedicò a questa tecnica una nutrita serie di testi.
Asclepiade, medico di origine greche trasferitosi a Roma per praticare e insegnare medicina, scrisse nel suo libro “L’Evoluzione della Medicina Moderna” come, grazie a un massaggio, risvegliò un uomo apparentemente morto.
Un altro medico romano, Celsio, all’inizio dell’età cristiana era convinto che si dovesse massaggiare il proprio corpo più volte al giorno, possibilmente all’aria aperta sfruttando anche il Sole.
Si narra che Giulio Cesare era solito farsi massaggiare tutti i giorni per trovare sollievo dai dolori dell’emicrania e delle nevralgie dovute all’epilessia, mentre Plinio il Vecchio, noto naturalista, parla in una sua lettera all’imperatore, di come fosse stata salvata la sua vita da un medico grazie all’utilizzo di un massaggio. Infine, anche Avicenna (medico, filosofo, matematico persiano) descrisse nei suoi scritti l’importanza delle tecniche manuali contro i dolori.
Durante il periodo buio del Medioevo il massaggio viene abbandonato: ogni forma di contatto con il corpo viene abbandonata perchè considerata come peccaminosa. Verrà "riscoperto" solo nel Rinascimento, per poi raggiunge il suo massimo splendore nel XVII secolo grazie all'intervento di un medico svedese Henrik Ling che decise di codificare le diverse tecniche utilizzate.
Questo valeva per l’Occidente, mentre in Oriente e Medio Oriente la cultura degli Hammam fu introdotta da Maometto nel mondo mussulmano: investito di significato religioso, il massaggio divenne parte del rito di purificazione.
All’inizio l’ingresso in questi luoghi fu vietato alle donne, ma quando divenne evidente il valore in termini di salute, fu aperto anche a quest’ultime: si arrivò anche al diritto di divorziare se l’uomo impediva la partecipazione della propria moglie a questo luogo sociale. Sherazade, la narratrice di “Le mille e una notte” raccontava come una città poteva definirsi così solo se possedeva un Hammam.
Ai primi dell’800, attraverso l’insegnante di ginnastica svedese Peer Ling, ci fu la prima sistematizzazione di tecniche di massaggio con tecniche di mobilizzazione ed esercizi fisici. E’ per questo che il massaggio di base viene ancora oggi indicato anche come massaggio svedese.
Verso la fine del XIX secolo la tecnica del massaggio cominciò ad essere usata pressoché regolarmente come trattamento medico, tanto che, nel 1894, otto professioniste fondarono la Society of Trained Masseurs, in pratica l'antesignana dell'attuale Albo dei Fisioterapisti.
In Italia Farneti nel 1920 fondò la prima scuola con molti corsi di massaggio, in particolare per far fronte all’esigenza di curare i mutilati della Seconda Guerra Mondiale e anche per dare lavoro ai non vedenti.
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